Mercoledì 1 marzo 2006 a Padova, sono stati presentati e discussi i risultati del Global Media Monitoring Project 2005, una ricerca internazionale su donne e media volta a promuovere l’uguaglianza di genere nell’informazione.
L’evento si inserisce nelle tre settimane di mobilitazione (16 febbraio – 8 marzo, 2006) promosse dalla World Association for Christian Communication (WACC) – l’associazione britannica fondatrice del progetto – e sostenute dall’UNIFEM e dall’UNESCO.
I partecipanti italiani all’edizione del GMMP 2005 – Università di Padova e Torino, Ancorpari, Osservatorio di Pavia e COSPE – hanno organizzato un seminario per discutere i risultati e l’esperienza italiana, a confronto con alcuni partner europei (Croazia e Inghilterra), per valutare le prospettive future e promuovere un appello a favore di un riequilibrio della cultura di genere nell’ambito della comunicazione, in prospettiva del 2007, Anno europeo per le Pari Opportunità.
Dopo 10 anni dal primo monitoraggio del GMMP, i risultati del 2005 mostrano, sia a livello nazionale sia a livello internazionale, il permanere di ampi spazi di discriminazione delle donne nell’ambito dell’informazione di stampa, radio e televisione. Se molte sono le donne giornaliste che hanno accesso alla conduzione dei telegiornali (53% donne vs 47% di uomini, a livello internazionale; 59% donne vs 41% di uomini, a livello nazionale), ancora poche sono le colleghe reporter (37% donne vs 63% di uomini a livello internazionale; 41% donne vs 59% di uomini, a livello nazionale) e pochissime le donne che fanno notizia (solo il 21% dei protagonisti delle notizie è donna, a livello internazionale, e il 14% a livello nazionale).
A conclusione del seminario è stato presentato un appello che è poi stato diffuso il giorno 8 marzo e rivolto alle forze politiche e sociali che, partendo dai risultati di questa ricerca e delle molte ricerche realizzate in Italia su questo tema negli anni scorsi, mira a riportare l’attenzione sulla necessità di uno sforzo congiunto che coinvolga le istituzioni, i professionisti dei media e le strutture che fanno formazione ed educazione: uno sforzo volto a promuovere iniziative e percorsi mirati a promuovere una rappresentazione e una presenza delle donne nei media che ne rifletta pienamente le competenze, le conoscenze, gli interessi e le aspettative.
Il GMMP in Italia: sintesi dei principali risultati
come evidenziato nelle precedenti edizioni del GMMP, la presenza delle donne giornaliste è paritaria a quella dei colleghi uomini, addirittura registra una percentuale superiore a quella maschile (52%)
le donne giornaliste hanno grande visibilità soprattutto come conduttrici dei TG (il 59% dei conduttori TV è donna), mentre la professione delle donne corrispondenti è meno valorizzata (41%)
la rappresentazione delle donne nelle notizie, come persone protagoniste delle storie raccontate o come persone intervistate a vario titolo, è molto bassa: solo il 14% del campione complessivo è donna
il confronto tra i tre media analizzati registra sotto questo profilo una maggiore apertura televisiva verso le donne (16%), contro una chiusura della stampa (10%)
le donne sono incluse soprattutto in articoli o servizi di Criminalità e Violenza: il 55% del campione femminile si concentra nella cronaca di eventi criminosi o violenti, contro il 33% degli uomini
vi è poi una rilevante presenza delle donne nelle questioni politiche (17%), ma in misura minore rispetto agli uomini (39%, ovvero più del doppio) e in notizie di spettacolo, cultura, sport e gossip sulle persone celebri
gli uomini primeggiano nell’Economia, con una presenza 10 volte superiore a quella femminile (11% contro l’1%)
le donne risultano nel complesso meno rappresentate sotto il profilo professionale o di status sociale rispetto agli uomini: per il 17,2% del campione femminile non è stato possibile ricavare informazioni utili a definire il ruolo sociale o professionale del soggetto
nella maggioranza dei casi, la visibilità mediatica delle donne dipende dal coinvolgimento diretto in fatti che hanno superato la soglia della notiziabilità e sono entrati nell’agenda dell’informazione: nel 70% dei casi esse sono presenti nelle notizie con il ruolo di protagoniste
gli uomini più delle donne, invece, risultano nel complesso inclusi nell’informazione anche se non sono protagonisti diretti degli eventi notiziati
le donne sono vittime nella maggior parte delle notizie (il 58%), mentre gli uomini lo sono in misura molto minore (11%)
sotto il profilo della connotazione dei soggetti sulla base di relazioni familiari (donna madre o moglie, uomo padre o marito) si registra una tendenza verso l’equiparazione fra i generi
le donne conduttrici trovano uno spazio aperto soprattutto in TV (63%), meno negli altri mezzi
la radio è il mezzo che registra un maggiore equilibrio tra donne e uomini sia nel ruolo di conduttori (46% donne e 56% uomini), sia nel ruolo di corrispondenti (48% donne e 52% uomini)
i quotidiani sono invece il medium che più discrimina le donne (26% di corrispondenti donne vs 74% di corrispondenti uomini)
i temi che caratterizzano l’informazione a cura delle corrispondenti donne sono soprattutto Scienza e Salute e Celebrità, arti e sport
il giornalismo al femminile non sembra favorire la rappresentazione delle donne; l’attenzione delle corrispondenti donne verso il mondo femminile è infatti di poco più alta rispetto a quella dei conduttori uomini (15% vs 12%); sembra piuttosto caratterizzare sia le conduttrici che i conduttori un’elevata considerazione del mondo maschile (85% e 88%)
le notizie relative alle donne e che sono risultate al contempo più appetibili ai media nel corso della giornata monitorata riguardano soprattutto la Criminalità e la Violenza, risultato confermato tra l’altro dall’alta percentuale di donne vittime registrate: risultati indicativi di una “sensibilità” dell’informazione italiana verso “cattive notizie” che coinvolgono donne.