100 donne contro gli stereotipi. Le economiste contano

100 donne contro gli stereotipi. Le economiste contano

8 Marzo 2018 - ore 14:30

Roma e Milano

Via IV Novembre 149, Roma -Corso Magenta 59, Milano

In occasione della Giornata internazionale della donna, è stata presentata la nuova banca dati del progetto “100 donne contro gli stereotipi”. Un’iniziativa che unisce Osservatorio di Pavia, Associazione GiULiA, Fondazione Bracco e Rappresentanza in Italia della Commissione Europea per promuovere le eccellenze italiane. A un anno e mezzo dal lancio della campagna di sensibilizzazione e dalla messa online della banca dati #100esperte, i partner hanno organizzato, presso le sedi di Roma e Milano della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, un evento per illustrare i risultati fin qui raggiunti e per presentare i nuovi sviluppi. Dopo il successo avuto con le donne della scienza e della tecnologia, ora il focus è dedicato alle economiste perché valorizzare il loro lavoro vuol dire avere uno sguardo lungimirante sul nostro futuro, in cui una partecipazione femminile in linea con quella maschile significa più ricchezza per tutti.

L’evento realizzato in collegamento simultaneo dalle sedi della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea di Milano e Roma e patrocinato da Rai – Radiotelevisione Italiana, è stato moderato da Giovanna Pezzuoli e aperto dagli interventi di Beatrice Covassi, Diana Bracco e Carlo Verna, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. I lavori sono stati caratterizzati da un vivace dialogo tra giornalisti come Daniele Manca – vicedirettore del Corriere della Sera e docenti universitari e scienziate ed economiste come Paola Profeta – docente presso l’Università Bocconi e Presidente Comitato Scientifico di #100esperte Economia e Finanza, Lucia Votano – Dirigente di Ricerca ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN, Magda Bianco – Capo del Servizio Tutela dei clienti e anti-riciclaggio Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d’Italia, Fiorella Kostoris – esperta di gender economics, docente dell’Università La Sapienza di Roma, Alessandra Faggian – Professoressa Ordinaria di Economia Applicata Gran Sasso Science Institute de L’Aquila.

Dal dibattito sono emersi molti dati interessanti. Nei prossimi otto anni, ad esempio, il PIL mondiale potrebbe aumentare più di due punti percentuali se il gap di partecipazione delle donne all’economia si dimezzasse, stima un rapporto dell’Organizzazione per la Cooperazione dello Sviluppo Economico – OECD.

E’ dunque dimostrato ormai che stereotipi, pregiudizi e discriminazioni sulle donne fanno pagare al mondo un significativo costo di mancata crescita.

“Personalmente sono convinta che oggi nessuna azienda e nessun Paese possa permettersi di rinunciare allo straordinario contributo delle donne”, ha affermato Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco. “In Italia la situazione è in miglioramento come testimonia l’indagine conoscitiva sulle politiche in materia di parità tra donne e uomini, pubblicata dall’Istat, che ha evidenziato in particolare una sensibile crescita delle donne nei Consigli di Amministrazione di società quotate, anche grazie agli interventi normativi in materia. Tuttavia, allargando lo sguardo vediamo che la strada dell’emancipazione femminile è da noi ancora lunga se rapportata al contesto internazionale. Il Global Gender Gap Report 2017 del World Economic Forum discusso di recente a Davos, ha visto l’Italia crollare all’82 esimo posto su 144 posizioni complessive. E’ tempo che le cose inizino a cambiare in modo più veloce”.

“La parità di genere”, ha spiegato Beatrice Covassi, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, “non è soltanto un diritto umano fondamentale, ma è anche un fattore determinante per lo sviluppo economico e sociale. Le economie che garantiscono migliori opportunità alle donne hanno un potenziale di crescita e di competitività più elevato. La Commissione europea combatte da sempre gli stereotipi e cerca di scardinarli attraverso una sempre maggiore attenzione anche all’immagine delle donne nei media”.

“La dimensione economica è, insieme alla politica, quella in cui nel mondo i differenziali di genere sono più accentuati. Dare visibilità alle economiste italiane che in Italia e nel mondo si sono distinte non è un regalo alle donne, è un’azione di promozione del merito”, ha affermato Paola Profeta, Professore di Scienza delle Finanze all’Università Luigi Bocconi di Milano e Presidente del Comitato scientifico #100esperte Economia e Finanza. “A questa iniziativa hanno già aderito economiste del calibro di Lucrezia Reichlin, Oriana Bandiera, Daniela Del Boca e molte altre”.

Anche sul fronte dei media, le ricerche continuano a dimostrare che le donne sono raramente interpellate in qualità di esperte. Secondo i risultati del Global Media Monitoring Project 2015 (GMMP) illustrati da Monia Azzalini, responsabile del settore Media e Gender dell’Osservatorio di Pavia e referente in Italia del GMMP (il più ampio e longevo progetto di ricerca sulla visibilità delle donne nei mezzi d’informazione), radio, stampa e TV italiane danno molta più visibilità agli uomini che alle donne (79% vs il 21%). In particolare, tra gli esperti le fonti femminili sono soltanto il 18%. A spiegare e interpretare il mondo sono quasi sempre gli uomini. Eppure le donne esperte sono tantissime. E possono svecchiare un linguaggio mediatico che, ignorando le esperte, trascura i segni del tempo e disconosce l’apporto delle donne in tutti i diversi ambiti della scienza, della politica e dell’economia. I dati più recenti, del 2017, registrano una leggera crescita della presenza mediatica delle esperte nei media italiani: dal 18 al 20%, ma sono piccoli passi di fronte alla necessità di un cambio di passo più incisivo.

 

100esperte.it