Il 2022 è stato per l’Italia l’anno più caldo dal 1800, da quando cioè si hanno a disposizione rilevazioni sistematiche delle temperature. Questo ci dicono i dati dell’Istituto di scienze dell’atmosfera del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), resi noti a fine anno e ripresi dai media a dicembre. I media italiani poi, nella narrazione giornalistica, hanno definito il 2022 “l’anno più caldo di sempre”. Anche a livello globale le rilevazioni sulle temperature hanno confermato l’anomalia climatica e messo in luce come si siano manifestate ondate di caldo estremo, siccità e inondazioni devastanti, come documentato dall’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite (Wmo) e dal Copernicus Climate Change Service (C3S) che ha descritto il 2022 come il quinto anno più caldo a livello globale.
Ed è proprio nel 2022 che l’Osservatorio di Pavia ha iniziato la sua collaborazione con Greenpeace Italia per monitorare in maniera sistematica la copertura mediatica della crisi climatica nell’informazione italiana.
Nel corso del 2022, lo studio dell’Osservatorio di Pavia ha esaminato ogni quattro mesi tutte le edizioni di prima serata dei telegiornali e un campione di sei trasmissioni televisive di approfondimento su Rai, Mediaset e La7. Sono stati analizzati inoltre gli articoli pubblicati dai cinque quotidiani più diffusi: Corriere della Sera, la Repubblica, Il Sole 24 Ore, Avvenire, La Stampa. Allo studio sulla copertura giornalistica della crisi climatica si è affiancato un monitoraggio sulla presenza della pubblicità delle aziende energetiche, del settore automotive, delle compagnie aeree e crocieristiche nei 5 quotidiani. Infine nel corso della campagna elettorale del settembre 2022 l’analisi ha preso in considerazione la visibilità dei temi ambientali nelle dichiarazioni dei principali leader politici italiani
I risultati di un anno di analisi pubblicati in un rapporto finale appena pubblicato e presentato al Festival del Giornalismo di Perugia hanno messo in luce un’attenzione spesso superficiale sul tema, che in molti casi viene citato ma non approfondito. Un anno di monitoraggio ha inoltre messo in evidenza come l’informazione abbia dimenticato frequentemente di stabilire cause e conseguenze nel racconto sulla crisi e che allo stesso modo non abba stabilito nessi di responsabilità. A questo si aggiunge che durante un’estate particolarmente siccitosa e calda il link crisi climatica- eventi meteo estremi sia spesso saltato. Spostando il focus dei media ai politici, si è visto inoltre come il tema non sia stato alto in agenda, come ci si sarebbe invece aspettato da un’elezione in piena stagione estiva, nell’anno ‘più caldo di sempre’.
Queste tendenze insieme a un’altra serie di dati del monitoraggio si possono leggere sul report annuale disponibile qui.
La collaborazione dell’Osservatorio di Pavia con Greenpeace e il monitoraggio dei media italiani proseguirà anche nel 2023 nell’ambito della campagna “Stranger Green” promossa da Greenpeace contro il greenwashing e la disinformazione sulla crisi climatica.