L’Osservatorio di Pavia a partire dal gennaio 2022 si occupa dello screening della presenza del tema della crisi climatica nell’informazione italiana. La ricerca, voluta da Greenpeace Italia, vuole indagare quanta attenzione un tema così rilevante riceve dai giornali, dai telegiornali e da un campione di trasmissioni di informazione. L’analisi proseguirà per tutto il 2022 e alla fine di questo periodo sarà possibile avere dati su un anno di ‘informazione climatica’.
Nella ricerca dell’Osservatorio lo screening si focalizza non solo su articoli di giornale, servizi e puntate di trasmissioni che parlano di crisi climatica in maniera esplicita più o meno centralmente, ma anche di quei contenuti che si occupano di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e di processi di decarbonizzazione, due questioni che con il climate change sono fortemente connesse, essendo misure per l’abbattimento delle emissioni nocive conseguenti all’utilizzo di energia prodotta da combustibili fossili (carbone, gas e petrolio).
Nei giorni scorsi sono stati pubblicati da Greenpeace alcuni risultati preliminari della ricerca e che riguardano la stampa per i primi quattro mesi del 2022. Da queste prime evidenze emergono alcune tendenze generali e che si possono così riassumere:
- su 260 edizioni di giornale esaminate 351 articoli parlano o citano la questione della crisi climatica;
- di questi solo il 33% ha come tema centrale la crisi climatica, mentre il 24,8% ne parla marginalmente (tra le altre cose) e il 41.9 % cita solo di sfuggita la crisi climatica in articoli focalizzati su tutt’altro;
- i frame prevalenti dentro i quali è incastonata la narrazione sulla crisi climatica sono nei primi 4 mesi dell’anno quello economico (31%) e quello politico (29,9%). In questi dati leggiamo in larga misura la prevalenza del racconto sulla crisi energetica conseguente al conflitto in Ucraina e la narrazione degli impegni del mondo economico verso processi di virtuosa transizione. Meno presente in questo periodo il frame ambientale della crisi;
- solamente il 22,5% degli articoli dedicati alla crisi climatica o che la citano accennano o trattano le cause della stessa, in prevalenza individuate nei combustibili fossili e nelle emissioni di CO2;
- di conseguenza si parla o si accenna alle conseguenze nel 29.3% degli articoli dedicati al climate change o che accennano al fenomeno. Le conseguenze individuate sono per lo più ambientali;
- a parlare di crisi climatica sono in prevalenza esponenti del mondo politico (30,8% di tutti i soggetti individuali o collettivi che vengono citati in relazione al tema), seguiti da soggetti dal mondo economico (18,3%), esperti (14,5%) e da associazioni ambientaliste (11.3%);
- nel confronto tra i cinque giornali esaminati Avvenire e il Sole 24 Ore sono i quotidiani con il maggior numero di articoli che parlano di crisi climatica, con l’Avvenire che fa registrare in proporzione il più alto numero di contenuti che si occupano del tema in maniera centrale (articoli tutti dedicati al tema o con una narrazione prevalentemente incentrata sul tema) e il Sole 24 Ore che propone più articoli sulla riduzione delle emissioni (impegni aziendali che tendono alla riduzione).
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