Un problema ricorrente nell’analisi e nella valutazione delle modalità argomentative che sono veicolate dai media è quello dell’utilizzo della “propaganda”. Una delle forme di attacco più comunemente rivolte a determinati esempi di argomentazione retorica diffusa dai media consiste nel bandirle quali forme di propaganda. Di norma gli argomenti sono immediatamente scartati perché irrazionali o fallaci subito dopo essere stati categorizzati in termini di propaganda.
Nella presente riflessione, che trovate in forma estesa in allegato, si tenta di offrire motivazioni razionali per criticare la pratica del rigetto automatico degli argomenti impiegati nella propaganda. Si cerca un metodo migliore per la considerazione di questi argomenti, in modo tale che le valutazioni possano essere supportate o respinte sulla base di giudizi fatti caso per caso attraverso l’impiego di criteri chiaramente esplicitati che possono essere applicati per valutare l’evidenza testuale offerta in ogni caso specifico. Si tratta di un metodo ispirato da una prospettiva fondata sulle evidenze.
Il migliore atteggiamento critico da avere nei confronti della propaganda consiste nell’evitare di rigettare ogni argomento usato in essa come criticamente difettoso, carente di valore, o persino fallace. Perché un simile argomento potrebbe essere basato su buone evidenze, e potrebbe essere un tipo di ragionamento razionalmente persuasivo. L’approccio fondato sulle evidenze riconosce che le argomentazioni usate in questo tipo di discorso, in generale, costituiscono un tipo di supporto fazioso o di parte. Sono disegnate specificamente per essere persuasive, per portare all’azione, e per promuovere solo una delle parti all’interno di una discussione, in modo fortemente partigiano. Secondo l’approccio fondato sulle evidenze, il miglior atteggiamento da avere nei confronti di un argomento considerato come propaganda è quello di applicare uno scetticismo cautelativo, e non di aperto e totale rigetto nei confronti degli argomenti presenti nel discorso.
La propaganda è un metodo di argomentazione chiaramente inappropriato e inefficace per raggiungere gli scopi del dialogo bilanciato e ragionevole. Se un discorso propagandistico si maschera da dialogo bilanciato, ma di nascosto e sistematicamente assume l’approccio unilaterale caratteristico della propaganda (come viene definita nell’articolo), allora l’argomentazione dovrebbe essere valutata come dimostrabilmente irrilevante, sulla base del fatto che è presente uno spostamento dialettico illecito. L’espediente dello spostamento nascosto da un tipo di dialogo ad un altro è un tipo di tattica spesso (ma non sempre) impiegata dalla propaganda per guadagnare credibilità.
Una volta che, in un caso determinato, qualche discorso è stato identificato come propaganda, non siamo ancora al finale della storia. Il compito della valutazione dell’argomentazione, fatta sulla base delle evidenze (e, specialmente, la stima della rilevanza dialettica) rimane ancora da fare. Questo lavoro di raccolta, analisi e valutazione delle evidenze in un caso specifico è, in realtà, un lavoro molto arduo. E’ molto più facile usare il termine “propaganda” eristicamente quale termine emozionale negativo per rigettare perentoriamente i punti di vista e gli argomenti di un avversario. Il problema con questo tipo di approccio si manifesta quando sono i propri argomenti ad essere sconsideratamente respinti come propaganda.
Juan Canseco. Senior Researcher. Osservatorio di Pavia