Così l’Italia, stretta nella “terra di mezzo” ha imparato a “resistere” e “cavarsela”
Presentato alla Camera l’ottavo Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza sociale in Italia e in Europa realizzato da Fondazione Unipolis con Demos&Pi e Osservatorio di Pavia
Gli interventi della Presidente Laura Boldrini, del Segretario Generale della Cei, Mons. Nunzio Galantino e di Pierluigi Stefanini, presidente di Unipol e Unipolis. Il commento del prof. Ilvo Diamanti
E così l’Italia è finita nel mezzo. Anzi, nella “terra di mezzo”, avvolta e compressa tra insicurezze globali, il “Mondo”, e paure quotidiane, il “mondo”, ciò che accade vicino a noi. Una realtà che perdura da troppo tempo, con la quale si è imparato a convivere, con inaspettate capacità di adattamento, di “resilienza” (mutuando una delle più importanti proprietà di resistenza di alcuni metalli). Una società che, per quanto sfibrata dalla crisi economica, da povertà, da disuguaglianze e da fenomeni corruttivi, che alimentano sfiducia, soprattutto nella politica, trova energie e risorse per sopravvivere e andare avanti. Tutto questo dentro un’Europa anch’essa in crisi, economica e politica, incerta e più che mai divisa, alle prese con populismi e nazionalismi. Ma che rimane fattore essenziale per guardare a un futuro fondato sulla pace e sullo sviluppo.
E’ questa, in estrema sintesi, l’immagine che esce dall’ ”8° Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza in Italia e in Europa”, realizzato da Fondazione Unipolis, con la collaborazione di Demos&Pi e Osservatorio di Pavia, presentato oggi alla Camera dei deputati, con l’intervento della Presidente, Laura Boldrini, del Segretario Generale delle Cei, Mons. Nunzio Galantino e del Presidente del Gruppo Unipol e di Fondazione Unipolis, Pierluigi Stefanini.
Nel suo commento al Rapporto, il professor Ilvo Diamanti, direttore scientifico dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, mette in evidenza come i dati usciti dall’indagine e dalle rilevazioni <<richiama la sgradevole sensazione di essere stretti, quasi schiacciati, fra il “Mondo” e il “mondo”. Tra le violenze globali, che esplodono non lontano da noi: in Francia, Danimarca, Ucraina, Libia, nei paesi dell’area mediterranea e Medio-orientale, da una parte. E dall’altra, i fatti criminali locali. A cui si aggiunge la crisi economica, che continua a gravare sulle imprese e sul lavoro intorno a noi. Vicini a casa nostra. Il problema è che, come in passato, la percezione e la rappresentazione degli eventi ansiogeni, delle paure divergono>>.
Tuttavia,spiegaancoraDiamanti,l’analisiconsentedi affermareche<<nonostantetutto,nonsiassistealla drammatizzazione del sentimento sociale che avevamo osservato nel recente passato. Le paure non si traducono in Paura. Le incertezze non si condensano in una nube di Grande Incertezza, com’era avvenuto negli ultimi anni>>. Anche se <<il grado di insicurezza resta molto alto. Le paure globali, l’inquietudine economica e il rifiuto della politica colpiscono la maggioranza della popolazione>>. Per cui <<E’ come se, nella “terra di mezzo”, dove viviamo, ci fossimo abituati alle emergenze. E, in una certa misura, riuscissimo ad accettarle – se non ad affrontarle e a risolverle – con minore angoscia del passato>>.
Gli italiani, sostiene in conclusione il prof. Diamanti, non sono “tranquilli”. Tuttavia, <<abbiamo imparato a cavarcela. Ci siamo adattati ai rischi e ai problemi. L’abitudine all’insicurezza, in altri termini, ci rassicura. Così non ci siamo fatti travolgere e schiacciare dall’onda terrorista, che corre, soprattutto, sui media. Che ha bisogno della rete e della TV per scuotere il sentimento. E riusciamo a sopportare il “rischio criminale” che percepiamo intorno a noi. Ma anche il “rischio Economico”, diffuso ovunque. Ancorati al territorio, riusciamo a resistere. E a “esistere”. Nella nostra “terra di mezzo”, il mondo “di sopra” e “di sotto” tendono a svanire. Tanto più se – e dove – disponiamo di solide reti di relazioni personali e sociali. Se – e dove – riusciamo a costruire occasioni di incontro e di partecipazione. Se – e dove – ci sentiamo e siamo meno soli. Perché insieme agli altri, in mezzo agli altri, – può sembrare banale, ma è vero – ci sentiamo meno insicuri. E più felici>>.
Anche questa ottava edizione del “Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza sociale in Italia e in Europa” si articola, come sempre, in due parti: la prima, consiste in una indagine realizzata da Demos&Pi su un campione rappresentativo della popolazione italiana (oltre duemila casi), su un campione della popolazione di altri cinque paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e, quest’anno, anche Polonia), che analizza la “percezione” dei cittadini rispetto alle questioni della sicurezza e dell’insicurezza; la seconda, in una rilevazione, effettuata da Osservatorio di Pavia, dei sette Telegiornali nazionali italiani, dei Tg regionali Rai e dei Tg delle testate pubbliche di Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna.
Roma, 24 febbraio 2015